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Gay & Bisex

Scambio culturale [ Pt. 1 ]


di alchest
12.01.2015    |    15.475    |    2 8.9
"Il suo calzino bianco di spugna era praticamente ad un palmo dal mio naso..."
Conoscerete tutti quei progetti interculturali tra famiglie in cui si manda il proprio figlio all'estero e si 'adotta' temporaneamente il figlio della famiglia corrispettiva. Ecco, i miei genitori lo fanno da anni con mio fratello.
Lui ha 23 anni ormai, ma crescendo con queste abitudini ha imparato ad adattarsi velocemente ai posti nuovi, alla famiglia adottiva e trova lavoretti temporanei accrescendo il suo bagaglio culturale.
Io, all'età di 16 anni, ho conosciuto invece i miei 'fratelli e sorelle' che col tempo si scambiavano con lui. Agnés, la mia sorellina d'infanzia francese, ormai è grande e abbiamo perso i rapporti. Adam, il fratello irlandese dei miei 12 anni, lo sento ancora ma a distanza di mesi giusto per qualche risata. Yuki, la ragazza giapponese che ci ha lasciato 2 anni fa, invece, la sento ogni giorno. Diciamo che anche io ho un bagaglio culturale bello ampio, anche se mi manca il mio fratellone, Lorenzo, che vedo per 1 o 2 anni alla volta prima che riparta. E così capiterà ancora, tra soli 2 giorni. Partirà per l'Olanda, dove ha sentito che ultimamente ci sono molte offerte di lavoro. Anche se personalmente credo andrà per sballarsi come ogni suo amico ha fatto nella loro vacanza dell'anno scorso.
In cambio avremo Frederick, suo coetaneo, affascinato dall' Italia e dagli italiani, dalla cucina, la cultura e la lingua. Insomma, non vede l'ora di venire qui, a Torino, per imparare tutto su di noi.

Il Lunedì mattina è arrivato, Lorenzo sta per partire. Come sempre la domenica gli abbiamo preparato tutto anche se ormai lui sa già tutto ciò che va fatto. Prese le valige, arrivati all'aereoporto, è ora di dirgli arrivederci un'altra volta. Non è più un dolore, è una gran gioia. E sono impaziente di incontrare Frederick.
Rimaniamo all' aereoporto dove, nel pomeriggio, sarebbe arrivato l'aereo di Frederick. Lui e Lorenzo si sono conosciuti il mese scorso quando mamma e papà sono andati in Olanda per conoscere la famiglia. Io sono rimasto a casa per controllare il cane.
Alle 16.40, l'annuncio nella sala grande riecheggia 'Volo 1369 in arrivo da Eindhoven, atterrato'. Ci alzammo per riceverlo ed eccolo uscire dalla galleria. Con la giacca in spalle e le mille valige. Lo raggiungiamo in fretta, per aiutarlo, ma lui tenne stretta la sua roba come per dire che riesce a farcela da solo. Mio padre riesce però a prendergli una borsa, almeno per alleggerirgli il carico.
"Sarai affamato dopo il volo, sosta al ristorante?" gli propone mia madre "No, stia tranquilla. Sul volo mi hanno offerto acqua e uno snack, andiamo pure a casa se possibile.. vorrei riposare un pò" gli rispose subito lui con gentilezza. Era proprio quello che dava a vedere il suo viso: gentilezza.
Lui dimostrava più di 23 anni, come Lorenzo. E si somigliavano anche un pò, a dirla tutta. Capelli castano, occhi verdi, labbra carnose, viso armonioso. Alto e atletico. Sapevo poco di lui oltre alla passione per il mio paese, solo che gli piacesse correre e allenarsi all'aria aperta.
Andammo a casa, arrivando quasi ad ora di cena. A tavola parlammo quasi tutto il tempo della sua passione per l'Italia, di quel che avrebbe voluto visitare e del fatto che avesse accumulato molti soldi dal suo lavoro perché era a conoscenza della crisi in Italia e non voleva pesare sulle nostre spalle. Mi proposi subito di fargli da guida turistica, ovviamente. Finita la cena, andammo in camera, gli mostrai dove avrebbe dormito, dove avrebbe potuto lasciare la roba e mi offrii di aiutarlo a sistemare "Ti do una mano?" "Certo, fai pure.. io mi sdraio un pò"
Beh.. mi ero offerto di aiutarlo, non di fare tutto io.. Comunque, presi le cose primarie come intimo e magliette e le sistemai nei cassetti. Il mio letto era uno di quelli con il sotto estraibile, lui avrebbe dormito nel sotto ma si era già sdraiato sul mio. "Comodo il mio letto?" gli dissi, ma già ronfava. Coi piedi uno a penzoloni e l'altro sopra il cuscino.. 'Si dormirà al contrario al suo paese?' mi chiesi. Mi sdraiai anche io, ma non avevo sonno. Accesi il televisore, appoggiando la schiena al letto di sopra per non guardare di storto. Misi gli occhiali, dato che al buio sono una talpa e abbassai il volume. Frederick intanto ronfava e non volevo svegliarlo.
Nel rigirarsi sul letto, mi portò un piede vicino alla testa. Il suo calzino bianco di spugna era praticamente ad un palmo dal mio naso. Usciva da lì il polpaccio glabro e definito. 'Non potevano continuare ad arrivare cessi come Adam?' mi chiesi. Era compromettente avere un bel ragazzo in camera. Ma io, sfacciato com'ero, non mi potevo certo trattenere dall'approfittare della situazione. Afferrai la sua caviglia, cercai di sfilare il calzino il più gentilmente possibile e via. Il suo piede era lì, sulla mia faccia. Mi spostai leggermente, per passare dalla parte della pianta e la odorai.. Pulito. Cazzo, presi a leccare immediatamente. Mi presi il cazzo in mano e cominciai a segarmi mentre annusavo il suo piede, col cazzo che mi esplodeva per la voglia di quel corpo. Gli succhiai l'alluce e stavo per venire, lì nelle mutande, quando con uno scossone mi scostò.
Si era svegliato. Bene: primo giorno in casa di sconosciuti e già violentato da un ragazzino maniaco.
Lui mi guardò con la faccia rincoglionita dal sonno, tirò indietro il piede e toccandolo lo sentì umido. Avvicinò anche l'altro piede, si sfilò la calza e me li avvicinò di nuovo "Continua pure" mi disse.
Li presi assieme, li avvicinai e leccai la pianta dei piedi con tutta la foga che fino a quel momento era repressa per non svegliarlo. Lui era mezzo addormentato ma rimase sveglio, aprendo ogni tanto gli occhi. "Aspetta" mi disse, alzando i piedi in aria. Sollevò il culo mentre si sfilava i pantaloncini e le mutande.
"Leccami il culo" mi disse mentre, piegando le gambe, lasciò il buco ad invitarmi a divorarlo.
Mi avvicinai, salendo sul letto aprii la bocca e quando stavo per leccarglielo lui mi spinse via "Non ti ho detto di salire sul mio letto" mi disse guardandomi male. "Scusa" gli risposi, tornando in ginocchio sul letto di sotto per leccargli finalmente quel culo liscio e duro. Gli ficcai la lingua dentro, vangando bene il buco che pulsava dal piacere. Allargò leggermente le gambe e fece cadere due palle grosse e pendenti.
Sto ragazzo era una sorpresa continua! Gli appoggiai il pollice sul buco, mentre leccavo le palle.. Quelle grosse palle che appena stavano in bocca una alla volta. Feci per salire, verso il cazzo, ma lui lo teneva chiuso in mano, segandolo appena.
Poi si tirò giù dalla posizione, forse intorpidito, mettendosi in piedi con le gambe piegate davanti a me.
"Torna a leccare i piedi, dai" mi disse, con un tono quasi gentile. E io così feci. Li leccai, con tanto piacere.
"Apri la bocca, lingua fuori" mi disse, guardandomi ed emulando i miei gesti "apri, apri" disse con un sorriso.
Ci sputò dentro, tenendo la bocca aperta col dito per far colare la saliva dalla lingua sui suoi piedi.
"Pulisci, dai" mi disse. Ripresi a leccare e mentre mi guardava, sborrò sui suoi piedi mentre leccavo.
"Pulisci bene, dai.. che voglio dormire" Il suo schizzo mi arrivò dritto sulla lingua, verssandosi sui piedi. La visione mi mandava fuori di testa, la sua sborra era calda e densa, dolce.
Io non trattenevo più l'orgasmo ormai e i miei gemiti lo lasciavano intendere.. Lui mi prese il cazzo in mano allungandosi sotto di me "Vuoi pulire ancora?" mi chiese.
Io feci sì con la testa, godevo così tanto al tocco della sua mano che non riuscivo nemmeno a parlare. "Sì, per favore..- dissi con voce tremante- posso venire sui tuoi piedi?" lui con un ghigno si ritirò indietro, mostrandomi i piedi e ci sborrai sopra buttando fuori aria e sudando. "Pulisci, però" "Certo, subito!" gli risposi con un sorriso anch'io.
"Buona notte ragazzi" urlò mia madre da fuori la porta di camera. "Buona notte signora" gli rispose Frederick, mentre mi teneva la testa sui piedi "Se non pulisci bene non rispondi" mi disse con sfida. "Alessio? Dorme già?" "No è qui signora, sveglio eccome". Asciugai l'ultima goccia e mi alzai di fretta "Notte mamma"
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